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L'opera di Alberto Sughi al Palazzo Sant'Elia di Palermo

Esistenzialismo, espressionismo, intimismo. La narrazione, a tratti cinematografica, di un mondo senza eroi

09 giugno 2009

La Sicilia e il suo capoluogo, Palermo, dedicano una mostra antologica ad Alberto Sughi, personalità di forte spicco e grande protagonista dell'arte italiana dal secondo dopoguerra, nella sede rinnovata di Palazzo Sant'Elia, uno dei gioielli Settecenteschi situato nel cuore della città antica.
Le opere esposte nella mostra coprono un lungo lasso di tempo, dal 1958 ad oggi, ripercorrendo le tappe salienti della lunga e intensa carriera di un artista riconosciuto ed importante nel panorama artistico contemporaneo italiano, un maestro che ha saputo dare un contributo di grande ricchezza, grazie alla sua capacità di indagare e scavare nel profondo dell'animo umano.
La mostra, quindi, offre la possibilità di osservare cinquant'anni d'arte e di rigore creativo, che Sughi ha vissuto con una cifra del tutto personale, lontano dai circuiti più battuti, con la coerenza e la lucidità dei veri maestri.
Pittore figurativo, di stile espressionista, appartato e poco avvezzo a seguire scuole e correnti prestabilite, è stato uno degli artisti più amati e citati da Federico Fellini, che ne ammirava l'intensità delle opere, l'originalità, la tempra umana.

L'allestimento della mostra palermitana comprende 100 opere (tra gessi, olii su tela, tempere) che abbracciano i temi cari al pittore: gli interni borghesi, i bar fumosi, i prati rigogliosi (con i colori brillanti che rendono così particolare il cosiddetto ‘ciclo dei verdi'), soprattutto le donne - stravaccate sulla sedia, filiformi, dolenti, di profilo o di schiena - che Sughi raffigura con i suoi tratti rapidi, la luce malinconica, quell'aura ineffabile di solitudine e di abbandono che custodisce il mistero dei suoi quadri e al tempo stesso ne svela la natura più intima.
Uno sguardo non ideologico, quello di Alberto Sughi, che rinuncia alla denuncia sociale per andare invece alla ricerca di un modo nuovo, rispetto al Neorealismo, di confrontarsi con la realtà, senza per questo approdare alla pittura astratta.
Il risultato è una narrazione, a tratti cinematografica, di un mondo senza eroi, di una condizione di disagio e assenza di dialogo di cui emergono tutte le implicazioni intimistiche e psicologiche.


"Città di notte" (1959)

"A chi mi chiedesse un consiglio per guardare in modo corretto un mio quadro, suggerirei di avere lo stesso atteggiamento di pazienza e di attesa che abbiamo quando si entra in sala a proiezione già cominciata; guardare le prime sequenze di una storia che ancora non conosciamo; cercare di capire qualcosa dall'ambientazione, oppure dai personaggi che compaiono sullo schermo senza sapere se sono gli interpreti principali o di secondo piano nella storia del film: non sapere nemmeno se siamo all'inizio o verso la fine" [Alberto Sughi]

"Insomma il momento più annebbiante, più misterioso, cui ben s'intona l'improvvisa immersione nell'oscurità... La tonalità principale, almeno qui, non è quella, sempre sottolineata dagli interpreti, della solitudine. Sono soli gli spettatori nella sala, non comunicano tra loro, ma comunicano con una visione che riempie i loro sguardi e il loro animo. Non c'è racconto, intendo intreccio narrativo, nella pittura di Sughi, ma come il riflesso o l'eco del racconto. II racconto è lontano, separato, tra le sequenze del film o della vita, ciascuno lo rivive nella propria visione o nella propria memoria, in un'atmosfera trasognata, interiorizzata, che è un modo di essere assorti in se stessi, più che infelicità". [Maurizio Calvesi]


"Andare dove" (1991)

I quadri di Sughi sono stati esposti in tutte le più significative rassegne d'Arte Contemporanea, alla Biennale Internazionale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, di cui negli Anni Novanta è stato presidente, ed in molti musei italiani e stranieri. Dopo l'allestimento palermitano la mostra sarà ospitata a Londra, all'Istituto Italiano di Cultura.

La mostra, organizzata da "RomaArtificio", in collaborazione con l'Associazione Amici dell'Arte e con la Società Beni Culturali, è curata da Maurizio Calvesi, organizzata dalla Provincia di Palermo e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il sostegno della Regione Sicilia e del Comune di Palermo affiancati dalla Fondazione Banco di Sicilia.
La manifestazione fa parte d'un più ampio programma di prossime mostre a Palazzo Sant'Elia tutte dedicate ai maestri della pittura italiana del Novecento. Inaugurare il ciclo proprio con una mostra di Alberto Sughi è anche l'aver voluto celebrare e rendere uno speciale omaggio al maestro in occasione dei suoi 80 anni.


"Notturno. Figure femminili" (1999)

INFO
Palazzo Sant'Elia - Via Maqueda 81, Palermo
Orario mostra: continuato 10.00-19,00; giorno di chiusura lunedì
Biglietti: € 7,00 biglietto intero; € 5,00 biglietto ridotto; Gruppi: € 6,00 (minimo 10 persone: gratuito per un accompagnatore). Scuole: € 3,00. Gratuito: Bambini da 0 a 6 anni; 1 accompagnatore per gruppo; disabili e loro accompagnatori; giornalisti e pubblicisti accreditati; militari in divisa.

Ulteriori informazioni: www.albertosughi.com

[ALCUNE DELLE OPERE IN MOSTRA]

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09 giugno 2009
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